Tra l’affetto dei suoi cari che lo hanno amorevolmente assistito durante la sua lunga malattia è scomparso, sabato scorso, a Roma, Franco Salvatori, socialista, per anni componente dell’Ufficio internazionale della Cgil. Salvatori, dopo la conclusione degli studi aveva lavorato per diversi anni in Germania, dove aveva conosciuto la moglie Carla Collicelli, che diverrà in seguito vice direttore generale del Censis, e in tale ruolo fornirà, con la propria attività di studio e ricerca, un contributo importante all’approfondimento dei problemi sociali del Paese. Franco parlava correntemente il tedesco e, come incarico di lavoro, curava i rapporti con le organizzazioni sindacali della Germania, a quei tempi ancora divisa. Io lo conobbi personalmente quando ero nella segreteria della Cgil dell’Emilia Romagna. Salvatori venne a Bologna per accompagnare una delegazione sindacale della DDR, guidata dal segretario generale in persona ed ospite della CGIL nazionale. Erano gli anni del compromesso storico, della solidarietà nazionale, della piattaforma dell’EUR. Io spiegai con impegno – anche perché ne ero convinto – quei passaggi (che nei Paesi del socialismo reale erano osservati con sospetto) tanto che alcuni giorni dopo, rientrato in sede, Salvatori mi ringraziò perché il leader tedesco era rimasto soddisfatto delle considerazioni che avevo svolto. Poi con il mio ingresso nella segreteria confederale i rapporti si fecero più frequenti. Franco non si limitava a fare l’interprete. Era un osservatore attento di quanto accadeva in Germania, traduceva i documenti e pubblicava saggi di commento sulle riviste della Confederazione. Ricordo in particolare un suo articolo (che contribuì a diradare la nebbia del dissenso verso quelle misure innovative ed anticipatrici) sulle riforme del mercato del lavoro proposte da Peter Hartz, consigliere per le tematiche sociali e del lavoro del governo Schröder. Ma di Franco non si può parlare se non in coppia con Carla. Il suo rapporto con la moglie non si basava soltanto su di una lunga comunanza di vita, ma anche sulla condivisione di interessi scientifici e culturali e convinzioni politiche. Chi scrive ha avuto molte occasioni di lavoro con Carla durante la sua permanenza al Censis: abbiamo compiuto ricerche e scritto libri insieme. Oggi sono fraternamente vicino a lei, alla figlia e alla nipote. Se può essere di consolazione rammento loro le ultime parole di Socrate ai giudici (Platone: L’apologia). ‘’Ma ormai è tempo di andare. Io a morire mentre voi continuerete a vivere. Chi di noi vada incontro ad un migliore destino è a tutti ignoto, tranne che al dio.’’
Giuliano Cazzola