Il Diario del Lavoro ha dedicato la newsletter della scorsa settimana alla questione dei riders che protestano contro il decreto del governo, richiamandosi in particolare alla storia di Nicolo’ Montesi, che del movimento dei ”rider veri” e’ il portavoce e che avevamo intervistato nelle scorse settimane. Montesi stesso ci ha risposto, con la bella lettera che pubblichiamo di seguito. Riteniamo valga la pena di leggerla, perche’ offre vari spunti di riflessione.
Caro direttore,
La ringrazio dal profondo del mio e dei nostri cuori per aver capito a pieno cosa ci spinge contro questo nuovo decreto,mettendo da parte qualsiasi discorso politico o altro che possa “sporcare” le nostre richieste. La ringrazio perché ha voluto fare un articolo vero, di dichiarazioni vere e di pensieri veri come noi. Non abbiamo mai fatto politica, non siamo mai stati attivisti e non abbiamo mai protestato per nulla se non per questo, perché ci sta a cuore e ci aiuta a vivere una vita “senza pensieri”, perché anche a 22 anni posso dirle che di pensieri e rotture di coglioni ce ne sono, e quindi mi immedesimo in tutti i miei colleghi che hanno la possibilità di vivere un’esistenza tranquilla e lei ha rappresentato a pieno il nostro pensiero. La tranquillità, la voglia di lavorare e la voglia di farlo meritocraticamente, senza “aiuti” dall’alto.
Lei ha riportato la mia storia, ma effettivamente è la storia di tutti noi: io con la mia fidanzata, un mio collega con i figli, un altro con gli studi, un altro ancora perché è solo e questo lavoro, nel bene e nel male, unisce sempre, e alla fine dei soldi magari gli interessa poco, E poi un altro che non ha mai lavorato in vita sua e che grazie a questo lavoro ha capito l’importanza di averlo, e un altro ancora che prima di questo conduceva una vita allo sbando ma si è rimesso in carreggiata sudando e meritandoselo. Questi siamo noi, persone vere, non siamo politici, ne sindacalisti.
Grazie ancora,
Nicolò Montesi