La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (FEMM) è stata invitata a presentare un parere alla commissione UE sui diritti umani; nella riunione del 6 novembre 2019 pv, la commissione UE ha quindi deciso di considerare i suggerimenti che sono arrivati sotto forma di lettera, avendo esaminato la questione e chiedendo di integrare i seguenti suggerimenti nella sua proposta di risoluzione definitiva sul tema diritti per il programma quinquennale. Eccola in anteprima
Innanzi tutto la commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere ricorda che il piano d’azione sulla parità di genere (GAP II) è uno degli strumenti fondamentali dell’UE per migliorare la parità di genere nei paesi terzi; invita la Commissione a valutare il suo impatto complessivo alla scadenza, tenendo conto della risoluzione del Parlamento dell’8 ottobre 2015 sul rinnovo del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere e l’emancipazione delle donne nello sviluppo e la sua risoluzione del 31 maggio 2018 sull’attuazione del Documento di lavoro dei membri dello staff congiunto (SWD (2015) 0182) – Parità di genere e responsabilizzazione delle donne: trasformare le vite delle ragazze e delle donne attraverso le relazioni esterne dell’UE 2016-2020 e seguire le raccomandazioni in esse contenute, per fornire di nuovo un GAP III contenente specifici obiettivi ambiziosi su bilancio di genere con lo stato di una comunicazione sulla parità di genere. Ricorda in questo contesto il commissario designato per il partenariato internazionale, l’impegno di Jutta Urpilainen nella sua audizione con il Parlamento europeo il 1 ° ottobre 2019 per il lancio di un GAP III, sottolineando il notevole impatto del GAP per il raggiungimento della parità di genere nei partenariati internazionali;
Richiama l’attenzione sull’obbligo del trattato dell’UE di promuovere la parità di genere e garantire l’integrazione della dimensione di genere in tutte le sue azioni, comprese quelle esterne; sottolinea che la relazione di attuazione 2018 del piano d’azione dell’UE sul genere II ha valutato che, combinando l’integrazione della dimensione di genere e misure specifiche e azioni, sono stati compiuti progressi significativi soprattutto sull’adozione del bilancio di genere, elogia la pratica di integrare i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere nei dialoghi sui diritti umani, nonché gli sforzi specifici per integrare il genere nella sicurezza e difesa comune; chiede iniziative globali, finanziamenti adeguati e un approccio sistemico all’inclusione degli aspetti di genere nella politica e nell’azione esterne, in particolare in materia di commercio, occupazione, istruzione, costruzione di conflitti e pace, clima e ambiente, agricoltura, povertà, tratta, migrazioni e bilancio; sottolinea la necessità che le delegazioni dell’UE rafforzino il loro ruolo nel coordinamento di genere, tra l’altro, attraverso punti focali di genere in cui non sono stati ancora stabiliti, nonché il consulente principale del SEAE sul genere nei paesi terzi, garantendo un bilancio dedicato e utilizzando analisi di genere con dati disaggregati per sesso;
Deplora che la relazione annuale della Commissione sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2018 non riconosca esplicitamente il crescente contraccolpo contro i diritti delle donne su scala globale, in particolare per quanto riguarda la salute e i diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) ed è preoccupata per il fatto che la Commissione non abbia presentato alcuna strategia per contrastare questo fenomeno; sottolinea la necessità che l’azione esterna dell’UE, compresa la sua politica di sviluppo, miri a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile connessi alla salute; condanna fermamente il ripristino e l’espansione della “Regola del bavaglio globale” da parte dell’amministrazione Trump e il suo impatto dannoso sull’accesso delle donne e delle ragazze alla salute globale e ai diritti sessuali e riproduttivi, che sono diritti umani fondamentali, ribadisce il suo appello all’UE, insieme con i suoi Stati membri, di esaminare attentamente e valutare la possibilità di colmare il deficit di finanziamento rimasto in questo settore a seguito di tale azione;
Sottolinea l’aumento preoccupante della violenza contro le donne e chiede ulteriori azioni per ratificare e attuare la Convenzione di Istanbul in tutta Europa; invita le delegazioni dell’UE a includere i dati contro la violenza sulle donne nell’elaborazione di raccomandazioni specifiche per paese e nella promozione di meccanismi di protezione e sostegno alle vittime; chiede al SEAE di migliorare l’attuazione degli orientamenti LGBTI dell’UE plaude vivamente alla continuazione dell’iniziativa globale dei riflettori UE-ONU e all’attuazione di progetti che mirano ad eliminare la violenza contro le donne e le ragazze in tutto il mondo affrontando la violenza di genere e le pratiche dannose come le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci e forzati e la tratta; riconosce tuttavia che la violenza e le pratiche dannose ad ampio raggio, diffuse e profonde non possono essere affrontate solo su base progettuale e chiede un piano d’azione sistematico e completo per coinvolgere ragazzi e uomini, affrontare le norme e gli stereotipi di genere e istigare il cambiamento tra settori e a livello globale, come vietato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne.
Infine, invita il nuovo collegio dei commissari sotto la guida del commissario per l’uguaglianza, il commissario per i partenariati internazionali e l’alto rappresentante, a garantire una stretta cooperazione e coerenza in materia di parità di genere e integrazione della dimensione di genere, esorta l’UE a fornire sostegno a specialisti e organizzazioni di base che lavorano sui diritti delle donne e sui difensori dei diritti delle donne su base sistemica, nonché per proteggere i diritti delle donne e i difensori LGBT la cui sicurezza potrebbe essere a rischio nei loro paesi.
Alessandra Servidori