Il nuovo piano industriale di Arcelor Mittal prevede 4.700 esuberi (di cui 2900 gia’ nel 2020), portando cosi’ l’occupazione dai 10.789 occupati del 2019 a poco piu’ di 6000 nel 2023. Lo ha annunciato l’Ad di ArcelorMittal Lucia Morselli, nel corso del tavolo al Mise con il ministro Stefano Patuanelli e i sindacati. Lo stesso piano prevede un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021.
L’incontro è stato subito sospeso per dare modo ai sindacati di valutare il nuovo piano industriale presentato da ArcelorMittal. Ma ci sono pochi dubbi su quali saranno le risposte di Cgil, Cisl e Uil. Per i rappresentanti dei lavoratori, infatti, non ci sarebbero le condizioni per aprire un confronto, e men che mai per un accordo. Tanto che e’ subito stato proclamato lo sciopero nell’ex Ilva per il 10 dicembre.
“Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018”, ha detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che parlando a nome dei tre sindacati ha tagliato corto: “Sono irricevibili 6400 tra esuberi e mancati rientro al lavoro”.
“Sono molto deluso, l’azienda non ha fatto i passi avanti attesi”, ha detto a sua volta il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Al tavolo il ministro avrebbe anche riferito che il governo è al lavoro su un proprio piano per rendere l’impianto più eco-sostenibile. “Tra venerdì e lunedì governo presenterà un suo piano industriale che farà diventare Ilva un esempio di impianto industriale siderurgico, con uso di tecnologie sostenibili, con forni elettrici e altri impianti ecosostenibili per arrivare a una produzione di 8 milioni per tutelare livelli occupazionali”, avrebbe detto Patuanelli a quanto riferiscono fonti sindacali.