Sapevamo già quanto Matteo Salvini fosse cinico ed irresponsabile. In queste settimane abbiamo avuto delle ulteriori prove oltre ogni ragionevole dubbio. Sul MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) il populismo del Capitano, ormai leader incontrastato del centro destra, ha svettato su tutti gli abomini che questo signore ha scaricato sugli italiani. A Salvini va riconosciuta una grande maestria nel gioco delle tre carte. In un Paese normale nessun leader di partito riuscirebbe ad accusare di tradimento, dall’opposizione, un governo di cui era il principale ‘’uomo de panza’’, senza che gli venga chiesto: ‘’ma tu dove eri? Come hai potuto farti passare sotto il naso un provvedimento che ritieni tanto nocivo per gli interessi del Paese?”. Ma a queste domande gli italiani sono in grado di rispondersi da soli. Un esponente politico, titolare di un dicastero-chiave, che è sempre in giro a fare comizi, non ha tempo (ammesso e non concesso che ne abbia la capacità) per studiare dossier complessi. Tuttavia, il controsenso più inaccettabile nell’agitarsi dell’ex ministro ‘’blocca porti’’, è quello di trasformare in un debitore tremebondo un Paese creditore – nei confronti delle nazioni in difficoltà – come l’Italia che è intervenuta con denaro sonante per evitare il default di altri Paesi; un Paese che non ha chiesto prestiti neppure quanto lo spread, nel 2011, sfiorava i 600 punti, che è il terzo Paese tra i finanziatori del MES (e che con il suo 17,7 %) di quote è in grado di bloccare le decisioni più importanti per assumere le quali è necessario un quorum dell’85% del capitale sottoscritto. L’Italia, in quanto soggetto creditore, dovrebbe apprezzare che il MES introduca delle regole più rigorose atte a garantire la restituzione del prestito, anziché scriversi da sola nella lista dei ‘’cattivi’’, gettando così un allarme nelle Cancellerie e sui mercati. Va altresì fatto notare che un isolamento ‘’stupido’’ e immotivato, come ha affermato il Governatore Visco potrebbe ‘’innescare una spirale perversa di aspettative di default, che può diventare una profezia che si autoavvera’’. Per farla breve a seguire Salvini, rifiutando di aderire al MES, riusciremmo a fare nostra la battuta di Groucho Marx (rilanciata da Woody Allen): ‘’ Non mi iscriverei mai ad un club che accettasse tra i suoi soci delle persone come me’’. Tutto ciò premesso (e in attesa di vedere come finirà questa brutta storia) Matteo Salvini ha fornito un’ulteriore prova di irresponsabilità con le dichiarazioni avventate relativamente ai prodotti utilizzati per la Nutella. Essendo lavorate anche nocciole turche, l’uso di quella prelibata mousse deve essere bandito in cambio dell’impiego di nocciole prodotte in Italia (magari a Km 0). Bastava spiegare al Capitano che la nostra agricoltura non è in condizione di soddisfare il fabbisogno occorrente alle industrie dolciarie le quali – proprio perché fanno buoni affari con i loro prodotti – devono importarne quantità crescenti di nocciole. Pare che, accortosi dell’errore, Salvini abbia corretto il tiro e sia tornato a fare il pieno di Nutella. Anche perché, questa volta, gli italiani sembrano essere impazziti (per davvero) per i nuovi biscotti della Ferrero, le cui confezioni vengono messe all’asta o vendute da bagarini a prezzo maggiorato o mediante un concorso. Ma quando si fanno sparate prive di senso come quelle di Salvini si rischia di combinare dei danni all’economia del Paese. Basta ricordare la vicenda dell’olio di Palma. Da secoli gli essere umani ne hanno fatto uso nel loro cibo. Da decenni, l’industria alimentare se ne serve nei suoi prodotti. Poi all’improvviso qualche screanzato ha messo in giro che l’olio di palma è un alimento nocivo. Così nella pubblicità dei prodotti alimentari è apparsa la scritta ‘’senza olio di palma’’, per garantire i consumatori di non incorrere in un rischio solo immaginario. Il prodotto è stato bandito. Senza spiegazioni, ma come condizione perché le aziende continuassero a vendere. Dobbiamo aspettarci grandi vasi di Nutella con la scritta ‘’senza noccioline turche’’?
Giuliano Cazzola