L’infezione corona virus ha messo in evidenza la condizione talvolta disastrosa di molte residenze dove sono ospitati i nostri anziani prevalentemente non autosufficienti.
La nostra associazione ha affrontato il tema in un convegno del 13 dicembre 2018 organizzato insieme a Fipac (il sindacato pensionati di Confesercenti). Il titolo era in parte provocatorio: “quelle case senza amore”. Una parte della discussione muoveva dalla questione maltrattamenti, ma si è ragionato sulla condizione generale del sistema anche considerandone la stessa insufficienza quantitativa.
Tra le idee scaturite dalla discussione quella di dare vita ad una forma di rappresentanza degli ospitati e delle loro famiglie di modo che si possa dare luogo a giusti e utili confronti a partire dalla applicazione corretta dei contratti di ospitalità e dei regolamenti.
Sulla piazza di Roma si è poi praticato qualche esperimento ricorrendo alla figura del procuratore prevista dall’art. 1392 del Codice civile. L’esito si è concretizzato in incontri con le direzioni aziendali che hanno permesso di sollevare e risolvere concordemente varie lacune del servizio.
Ne abbiamo parlato con il vertice di una delle associazioni che rappresentano le strutture sottoponendo l’idea di dare vita (magari in via sperimentale) a forme di rappresentanza. La risposta, condita di apprezzamenti tutt’altro che positivi su imprese della concorrenza, praticamente è stata: “ci pensiamo noi”.
Il 9 gennaio di questo anno abbiamo firmato il Contratto nazionale di lavoro per il settore che abbiamo definito “dei servizi di ausilio familiare”. Si è trasformato in CCNL l’Accordo nazionale del 28 novembre 2016 che aveva regolamentato i cococo di imprese (prevalentemente cooperative) che forniscono assistenza alle famiglie promuovendo la qualifica di “operatore di aiuto”. Il Contratto estende il campo di applicazione (per esempio tagesmutter) e la platea dei contraenti. i E inventa la figura del “Procuratore di aiuto”. Vedere Art. 11 allegato.
Le vicende di queste settimane dicono che l’idea non è bizzarra per niente. Sarebbe bene coalizzare nella sua attuazione le rappresentanze anche sindacali degli anziani. Ne potrebbe scaturire un sistema capace di promuovere un miglioramento. Che ce ne sia bisogno non ci sembra discutibile.
Non ci montiamo la testa e restiamo di parere che deve funzionare al tempo stesso il controllo pubblico sul sistema.
Aldo Amoretti Presidente Professione in Famiglia
Bruno Perin Vice Presidente Professione in famiglia
Allegato Art. 11 del Contratto