Shiva Ayyadurai è uno scienziato e imprenditore americano con radici in India, gran sostenitore di Donald Trump, ora candidato repubblicano al Senato in Massachusetts. Con un video che ha fatto il giro del mondo, enfaticamente intitolato “tutto quello che stanno nascondendo sul coronavirus”, getta infamanti accuse: “La diffusione del panico fatta dal Deep State passerà alla storia come una delle più grandi frodi per manipolare l’economia, sopprimere il dissenso e rendere i vaccini obbligatori”. La sua convinzione è che siamo tutti cavie e schiavi di un sistema occulto (che va da Bill Gates a Hillary Clinton passando per Mark Zuckerberg) responsabile di aver innescato la pandemia solo per il proprio interesse e per aumentare e perpetuare il dominio sull’umanità. Ritiene inaccettabile ogni narrazione buonista, “dicono di voler aiutare gli oppressi e invece gli iniettano i loro farmaci”, e rilancia la tesi che proprio l’abuso delle vaccinazioni avrebbe abbassato le difese immunitarie. Antony Fauci, il consigliere speciale per la sanità guardato con sospetto dallo stesso presidente degli Stati Uniti, dovrebbe essere incriminato. La cura? Tanta vitamina D, vitamina A, iodio, sole in gran quantità.
Il Deep State, lo stato profondo, è un’espressione non nuova, sembra coniata in Turchia ai primi del Novecento, brandita come una clava dai populisti, anche in casa nostra, per indicare fantomatiche organizzazioni che lavorano nell’ombra per fare i propri porci comodi e guidare le nazioni senza essere eletti. Una riedizione in chiave antiglobalista del complotto pluto-giudaico-massonico e dei Protocolli dei Savi di Sion. Le teorie cospirazioniste, che già hanno contribuito a minare le basi della democrazia liberale, prendono ancor più forza, in parallelo con il diffondersi del Covid 19.
Le menzogne strumentali e di parte, magari insufflate dai troll russi , vengono purtroppo innaffiate dalle controversie scientifiche. Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina, in un’intervista sostiene che c’è stata una manipolazione del virus: a quello proveniente dai pipistrelli sarebbe stata aggiunta una sequenza dell’Hiv. “Un lavoro minuzioso, da orologiai”, che ha portato alcuni biologi molecolari a creare in laboratorio questo “ricombinante”. L’obiettivo? “Fare un vaccino contro l’Aids”. Potrebbe essere uscito dal Wiv, l’istituto di virologia di Wuhan, ma la responsabilità non sarebbe solo cinese perché gli Usa erano al corrente di queste ricerche e anzi le avrebbero in parte finanziate. Montagnier porta legna alla cascina di chi incolpa le radiazioni: l’installazione delle antenne 5G, diecimila solo a Wuhan, può avere contribuito ad abbassare le difese immunitarie e quindi ad aumentare il potere patogeno del virus. Il quale, questa la grande speranza, è però instabile e si distruggerà da solo in quanto la natura rifiuta ogni manipolazione.
Non è finita. Giulio Tarro, tra i primi ad isolare il vibrione del colera durante l’epidemia del 1973 a Napoli, è convinto che sia dannoso tenere in casa le persone e che stare all’aria aperta costituisca la migliore cura.
Insomma, come dicevano i latini, quot homines tot sententiae. E non basta inserire con sdegno pareri pur pazzeschi nell’irridente elenco delle bufale. Gli esperti che ora vanno per la maggiore, da Ilaria Capua a Roberto Burioni, presenti in qualsivoglia trasmissione televisiva e citati da ogni giornale, sono di certo seri e accreditati ma a loro volta hanno spesso cambiato parere.
E allora, come orientarsi in questa guerra tra virologi? Come arginare le funeste evocazioni del Deep State? Servirebbero politici seri, che assumano decisioni coraggiose, condivise e ben spiegate. Ma è una merce rara, ovunque. In casa nostra, rimbalziamo come palline da tennis tra un governo paternalista, mellifluo, confuso, repressore e un’opposizione avventurista, irresponsabile, caciarona e ancora più confusa. Un’assenza totale di credibilità che fa paura. Citando Hegel, prepariamoci ad affrontare il grande travaglio della negatività. Sapendo, con Kant, che la vera e unica legge morale è dentro di noi. E guardiamo con speranza il cielo stellato. Anche se, per ora, solo dalla finestra.
Marco Cianca