Il diario del lavoro ha intervistato il segretario generale della Filt-Cgil Verona, Raffaelo Fasoli, che lo ha visto protagonista come firmatario del recente accordo con il gruppo Fiege, gestore del sito logistico di Zalando. Grazie alla pressione sindacale, al volantinaggio e al sostegno dei lavoratori, spiega Fasoli, il sindacato è riuscito a firmare un accordo che riporta dignità al lavoro svolto all’interno dello stabilimento.
Fasoli, come siete arrivati a sedervi al tavolo di trattativa e firmare l’accordo?
Tutto è nato a fine agosto, inizio settembre, quando alcuni lavoratori sono venuti da noi lamentandosi per la situazione di precariato nell’azienda Zalando e del fatto che non si rispettavano le regole base sul lavoro. Abbiamo deciso di muoverci tramite un volantinaggio, durato due giorni, davanti ai cancelli dell’azienda. Abbiamo avuto un feedback molto positivo da tutti i lavoratori che entravano e uscivano dall’azienda, “Finalmente è arrivato il sindacato” dicevano. Poi, l’azienda è rimasta colpita dalle nostre azioni e non è stata necessaria una richiesta ufficiale di incontro ma solo un nostro comunicato stampa per essere convocati in Confindustria. Nel frattempo, avevamo anche attivato la parte politica ed è stato fatto un intervento parlamentare che ha contribuito a sollecitare Zalando a incontrarci. Infine, abbiamo tenuto diversi tavoli di confronto e dopo lunghe discussioni siamo riusciti a trovare una intesa.
Quale è stato il risultato più soddisfacente dell’intesa?
Prima dell’accordo, per essere assunti era previsto per il lavoratore un percorso molto lungo. Nel senso che l’azienda utilizzava i contratti con le agenzie di somministrazione di tre mesi, poi si sommavano altri tre mesi più un mese di prova sotto Zalando, infine altri 5 mesi sempre sotto la Zalando, insomma il percorso durava un totale di 12 mesi.
Al termine di questi mesi però era prevista l’assunzione?
Lungo il percorso non era affatto detto che i lavoratori venissero sicuramente stabilizzati. Per fortuna abbiamo agito in tempo; tutte le assunzioni sono partite il primo gennaio ma noi siamo intervenuti a ottobre, cioè prima che finisse questo percorso a ostacoli. Quindi non hanno fatto in tempo a mettere nuovamente in pratica tutte queste lungaggini perché adesso li abbiamo stabilizzati e abbiamo definito come farlo in futuro. Pensi che durante questi percorsi, moltissime persone venivano lasciate a casa, c’era un turn-over incredibile e un precariato che andava oltre i limiti consentiti dai contratti nazionali.
Avete riscontrato altri problemi?
Si, per esempio non c’era una pausa caffè. Durante il turno c’era solo la pausa pranzo. Quindi se un lavoratore incominciava il turno alle sei del mattino e la pausa pranzo alle 12, durante questo periodo poteva solo andare in bagno. Il personale non poteva prendersi neanche un caffè e avevano solo una borraccia d’acqua. Adesso abbiamo pattuito che verranno messe le macchinette per il caffè e per alimenti, con 10 minuti di pausa pagata anche durante la mattina o il pomeriggio.
Di quanti lavoratori stiamo complessivamente parlando?
Ad oggi sono 1.700 circa.
I mille lavoratori previsti dall’accordo sono coloro che già lavorano e quindi verranno stabilizzati o sono esterni?
L’accordo prevede che vengano stabilizzati almeno il 60% di tutti i lavoratori precari già presenti in azienda, compresi quelli lasciati a casa. Verranno stabilizzati entro il 31 dicembre a tempo indeterminato, senza prova e con anzianità di cantiere, cioè sarà conteggiato dal primo giorno nel quale un lavoratore ha messo piede in azienda. In più, per tutte le nuove assunzioni, abbiamo fissato un percorso, che dura massimo sei mesi tramite le agenzie di somministrazione, dopodiché l’azienda deve scegliere se stabilizzare subito il lavoratore a tempo indeterminato sotto Zalando oppure, se non sono ritenuti idonei, il percorso finisce senza la possibilità di prorogare il percorso, e questo sistema serve a disincentivare il precariato.
Come siete intervenuti sulla stagionalità?
Abbiamo inserito un limite massimo di 12 mesi per la stagionalità, legandola solo a tre eventi in un anno, cioè black Friday e i saldi. Quindi se un lavoratore opera per 12 mesi di stagionalità, anche frazionati nel corso di più anni, o sti stabilizza oppure non può continuare ad essere uno stagionale a vita, come purtroppo qualche contratto nazionale prevede.
Quindi avete evitato la stagionalità perenne e la precarizzazione, non vi siete limitati a intervenire solo sulla situazione contingente…
Si, abbiamo messo le basi per condividere un percorso che da qui in avanti possa portare ad un lavoro stabile e di qualità, con una occupazione più serena e lungimirante, che porterà una crescita occupazionale tra uno o due anni a pieno regime 2.000 o 3.000 persone, considerato che il magazzino è utilizzato solo per la metà della sua capacità occupazionale.
Siete arrivati a questo risultato solo con le vostre pressioni sindacali oppure la parte datoriale si era già mostrata favorevole ad ascoltarvi e discutere insieme intorno a un tavolo?
Pensavano che fossimo matti, ma come Filt-Cigl e NIdiL-Cgil siamo stati bravi a fare le dovute pressioni e abbiamo chiarito a Zalando che la situazione era insostenibile per i lavoratori. Non si può aprire uno stabilimento con una capacità occupazionale di 3.000 persone e creare un simile precariato, non si porta alcun valore aggiunto al territorio in questo modo, fatto che invece l’azienda aveva venduto a tutti, dipingendo il loro sistema come un luogo dove l’occupazione era bella, stabile e valorizzavano il territorio.
Come verrà “certificata” l’anzianità di servizio del lavoratore?
L’azienda ha tutto il tracciato del lavoratore, inserito in un database. Si creerà un bacino di tutte le persone che hanno già lavorato in azienda, poi man mano che il lavoro cresce si stabilizzeranno le persone che l’azienda riterrà idonee a una determinata mansione attingendo prima a questo bacino; se poi non sono presenti i profili richiesti si rivolgeranno all’esterno.
Adesso terranno anche in conto dei lavoratori che in questo momento sono a casa ma in passato avevano lavorato per l’azienda?
Si, esatto. Se ad esempio una persona ha lavorato tre mesi quest’anno e tre mesi l’anno prossimo e venisse stabilizzato, in sede di assunzione terranno conto dei sei di anzianità pregressa; prima dell’accordo non si contavano i sei mesi ma si veniva assunti ex-novo, con un reset di tutte le anzianità. Inoltre questa nuova dinamica non serve solo per garantire gli scatti di anzianità ma anche per i 12 mesi di servizio per salire di livello.
In che senso?
Il livello di inquadramento iniziale, che è un percorso di formazione, è un 6° Junior e secondo il contratto nazionale chiunque rimane in questo livello per 12 mesi; dopo questo periodo si sale al livello corretto a seconda della mansione svolta. Quindi se l’anzianità di cantiere adesso vale da quando una persona ha messo piede in azienda, vuol dire che se un lavoratore ha già lavorato in passato per Zalando e adesso venisse assunto, non dovrebbe più aspettare i 12 mesi per intero perché si sottraggono i mesi di lavoro pregressi. Un vantaggio anche dal punto di vista del riconoscimento del lavoro in quanto tale, perché penso non sia bello per nessuno ri-entrare in azienda ed essere trattato come uno sconosciuto, anche se solo contrattualmente.
Questo accordo potrebbe essere preso ad esempio per altre realtà industriali?
Penso di sì. Perché questo accordo ha sdoganato una parola, la “stagionalità”, che non è affatto presente nel contratto merce-logistica; però, poiché è legata al settore e-commerce, ha una sua valenza e necessità. Adesso, a fronte di una stabilizzazione, parametri certi e paletti e perimetri ben definiti, la stagionalità ha un suo posto, e anzi può essere un aiuto alle aziende per sviluppare occupazione, per crescere e dare una risposta all’e-commerce, che è un settore abbastanza complesso e fluido, e al contempo dare delle garanzie ai lavoratori.
Immagino ci sia stata una grande partecipazione al vostro volantinaggio per arrivare alla fine a questo risultato
Si, tutti i lavoratori si fermavano, ci ascoltavano, prendevano i nostri volantini, e tutti ci hanno sostegno. Adesso abbiamo incominciato a fare il giro di assemblee dentro l’azienda, dato che ci hanno concesso anche lo spazio dentro lo stabilimento per riunirci, fatto non scontato nelle aziende e-commerce. Abbiamo messo in calendario sette giorni di fila di incontri, dove per sei ore a scaglioni facciamo le assemblee con tutto il personale e informiamo i lavoratori sui loro diritti e tutto ciò che serve. Abbiamo incominciato martedì e finiremo mercoledì prossimo.
Riguardo le assemblee nelle aziende e-commerce, prima intendeva Amazon?
Si, Amazon non concede spazi interni per fare le assemblee proprio come policy aziendale.
Emanuele Ghiani