La Francia ha avanzato una nuova proposta sui cantieri di Saint-Nazare. Macron offre il 50% a Fincantieri con poteri di governance aggiuntivi per l’Italia: la scelta del Presidente, in caso di paraggio nel voto in Consiglio di amministrazione la possibilità di avere un peso maggiore per Fincantieri, la possibilità di aumentare con il tempo il capitale detenuto dall’azienda pubblica italiana. Ma per poter ottenere tutto questo, l’Italia dovrà dimostrare la volontà di tutelare l’occupazione e mantenere l’attività in Francia. Inoltre, Macron ha avanzato l’ipotesi di una partnership non solo nel campo civilistico ma anche in quello militare.
Secondo Potetti della Fiom-Cgil “la partita a questo punto è molto più ampia e affrontarla così, in questa condizione di ambiguità, lascia spazi alle incursioni francesi in un settore strategico. Se l’idea che sta passando – lasciando il cerino al Presidente Gentiloni nel bilaterale di settembre – è quella di procedere ad un’integrazione dell’industria della difesa europea, partendo dal navale (includendo anche il civile in questo caso), non c’e solo un problema di governance ma di riflessi industriali e occupazionali e non solo in Fincantieri.”
“Per non ripetere gli errori del passato in altre operazioni simili, accanto alla soluzione sulle quote societarie bisogna definire anche gli investimenti che il Paese deve sostenere. In particolare si devono programmare investimenti importanti in ricerca e sviluppo e nei cantieri italiani per renderli efficienti e moderni, all’altezza della sfida che si vuole intraprendere – continua Potetti. Grazie soprattutto all’enorme professionalità, capacità e sacrifici fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori italiani, malgrado bacini piccoli e inadeguati, impianti e macchinari risalenti agli anni 70/80 e una filiera industriale fatta di una quantità enorme di appalti e sub-appalti, si è riusciti comunque a competere con successo a livello globale, facendo diventare Fincantieri leader mondiale in molti settori della cantieristica navale.”
“Professionalità – conclude il responsabile Fiom in Fincantieri – che tutto il mondo ci invidia e che hanno saputo divenire fattore di successo malgrado i pesanti limiti imposti dalla carenza d’investimenti nelle infrastrutture. Uscire quindi dall’ambiguità e assumere le scelte opportune ponendosi nella condizione migliore per andare avanti con l’alleanza oppure lasciare i francesi al loro destino è non solo strategico per il Paese ma un dovere nei confronti dei lavoratori.”