Sergio Marchionne “ha tanti cappelli”. E quindi “continuerà a essere molto presente e a contribuire ancora per tanto a Exor”. Parole di John Elkann, che di Exor, la holding di casa Agnelli, è Presidente e Amministratore delegato. Parole, peraltro, pronunciate in un’occasione, allo stesso tempo, impegnativa e significativa.
Il 5 ottobre, infatti, Elkann è stato protagonista del primo Investor Day organizzato da Exor a partire dalla sua fondazione. Come è noto, Exor nacque nel 2008 dalla fusione tra Ifi e Ifil. E adesso ha potuto festeggiare questi suoi primi nove anni di vita presentando, a 120 analisti internazionali convenuti a Torino nella nuova sede del gruppo, risultati, a dir poco, brillanti. Basti dire che Exor è entrata recentemente a far parte del gruppo di testa, formato da 20 società, che guida la classifica mondiale delle grandi holding diversificate.
Exor annovera infatti, tra i gioielli del suo pacchetto di partecipazioni, imprese attive in diversi campi: assicurazioni, col 100% di Partner Re, azienda leader nel campo delle riassicurazioni; editoria, col 43,4% del settimanale britannico Economist; calcio, col 63,77% della Juventus. Ma è indubbio che il settore principale in cui Exor è presente è quello dei veicoli a motore, dove mette insieme le auto e i veicoli commerciali di Fca, i veicoli industriali di Cnhi e le auto di lusso o da corsa di Ferrari. Il che non è strano, visto che Ifi e Ifil erano le finanziarie fondate allo scopo di consentire alla famiglia Agnelli di controllare, attraverso una struttura relativamente complessa,la Fiat, ovverola Fabbrica italiani automobili Torino, origine delle fortune economiche della dinastia.
Tra gli scopi dell’Investor day c’era quindi anche quello di rassicurare gli analisti finanziari sul fatto che l’uscita del 65enne Marchionne da Fca, annunciata per i primi mesi del 2019, non avrà conseguenze negative per le sorti del gruppo. Bisogna infatti tenere presente che Marchionne gode di grande stima negli ambienti borsistici; e ciò sia a Wall Street che a Piazza Affari. D’altra parte, nell’aprile scorso, in occasione delle assemblee delle tre società motoristiche partecipate da Exor riunitesi ad Amsterdam, lo stesso Elkann aveva detto ufficialmente che “lavoriamo con Sergio e con tutto il Consiglio di amministrazione per individuare la persona giusta” con cui sostituire lo stesso Marchionne. Il quale aveva aggiunto che, rispetto alla scelta del suo successore, “John e io facciamo lunghe discussioni. Ci sono ancora due anni, ma ce ne stiamo già occupando”.
Ieri Elkann è tornato sull’argomento, lasciando intendere che il vertice di Exor, di cui lo stesso Marchionne fa parte in qualità di vicepresidente, è orientato verso quella che potremmo definire come una scelta interna. “In Fca – ha infatti affermato Elkann – ci sono persone che, avendo lavorato con un uomo straordinario come Sergio, hanno tutti i numeri per essere il candidato ideale.”
Il programma di Fca, per il prossimo anno e mezzo, è dunque delineato. Per adesso, lavoro intenso per portare a compimento il piano industriale 2014-2018, con l’obiettivo primario di abbattere il debito gravante sull’azienda fin dai tempi della sua nascita, avvenuta nel 2009 con la fusione tra Fiat e Chrysler. Entro il primo semestre del 2018, lancio del nuovo piano industriale, quello relativo al periodo 2018-2022. Infine, nella primavera del 2019, l’uscita di Marchionne da Fca e la nomina di un suo nuovo Amministratore delegato. Ma, ecco il punto, questo avvicendamento al vertice di Fca non comporterà un’uscita di Marchionne anche dai confini di Exor.
Del resto, che questa fosse la prospettiva più probabile lo si era intuito anche rispetto a quanto detto a Amsterdam nell’aprile scorso. A margine delle tre distinte assemblee societarie cui abbiamo sopra accennato, Marchionne, a proposito di Fca, ebbe a dire: “Sapete che io investo in questa società. Ci tengo a che i risultati ci siano”.
Un Marchionne azionista, dunque, e non tra gli ultimi, che è direttamente interessato al fatto che le cose, in Fca, vadano bene. Ma anche un Marchionne manager di successo che, in ambito Exor, porta in testa i cappelli di Vicepresidente del gruppo, nonché quelli di Presidente di Cnhi, Presidente di Maserati e, soprattutto, di Presidente e Amministratore delegato di Ferrari.
Conclusione:la Borsadi Milano ha gradito le rassicuranti esternazioni di John Elkann, e ha mostrato di prendere sul serio il senso complessivo della sua presentazione dello stato attuale di Exor, ovvero di un gruppo finanziario ancora non pienamente apprezzato per il suo vero valore, ma pronto a reinvestire nelle società partecipate quantità significative delle risorse finanziarie acquisite in questi anni. A fine giornata, a Piazza Affari, il titolo Exor è salito del 4,1%.
@Fernando_Liuzzi