Raffaella Vitulano
Grande manifestazione ieri a Londra dei dipendenti della Marks & Spencer, organizzata dal sindacato britannico Tuc e la federazione europea di settore Uni contro i tagli in vista alla catena commerciale annunciati la scorsa settimana. La manifestazione, concentratasi a mezzogiorno in Allsop Place, accanto Baker Street (dove ha il quartier generale la M&S), ha raggiunto nel pomeriggio Hyde Park e l’altro negozio in Oxford street. Tra gli interventi, quello del segretario generale del Tuc, John Monks, del segretario generale della Ces, Emilio Gabaglio; del segretario generale dell’Uni, Philip Jennings, e di alcuni dipendenti della M&S di Francia e Belgio.
Lo scorso marzo, la M&S ha annunciato piani di chiusura di tutti i suoi magazzini del continente europeo senza consultare affatto la forza lavoro. Il governo francese ha quindi chiesto all’azienda di ripensarci e di consultare i dipendenti, una decisione sostenuta dai tribunali francesi. Dal canto suo, il Tuc sostiene che questo caso mostra chiaramente che l’introduzione della direttiva sull’informazione e consultazione è ben lungi dall’essere applicata. Mentre i tribunali francesi hanno fatto pressione in tal senso, infatti, quelli britannici si sono ben guardati dal farlo. La direttiva sull’informazione e la consultazione impone alle aziende con oltre 50 dipendenti di informare e consultare i propri dipendenti sulle decisioni che in qualche modo li riguardano, inclusi gli esuberi. Tale direttiva ha la contrarietà della confindustria britannica (Cbi) e del governo britannico, ma il sostegno del Tuc, del resto del movimento sindacale europeo e di altri governi Ue.
“Mi fa immenso piacere la decisione della giustizia francese nell’affaire Marks & Spencer. Era tempo di reagire agli atteggiamenti scandalosi di alcune imprese che credono sia loro tutto permesso e che fanno orecchie da mercante verso i diritti legali in materia di informazione e consultazione dei lavoratori” ha commentato Gabaglio, che in una lettera indirizzata al presidente in carica del Consiglio sociale, insiste affinchè venga al più presto approvata la direttiva sull’informazione e consultazione dei dipendenti, oltre alle sanzioni conseguenti in caso di loro mancato rispetto. Questo progetto di direttiva giace da tempo sui tavoli del Consiglio ed è “inaccettabile che il Consiglio non utilizzi tutto il suo potere legislativo di cui dispone, compreso il voto a maggioranza qualificata, per mettere in scacco la posizione negativa del governo britannico e del padronato europeo, che così tanto tiene ai bei discorsi sulla responsabilità sociale delle imprese”.