Dino Pesole – Giornalista de Il Sole 24 Ore
La Finanziaria, in tema di lavoro e di politiche fiscali, rende operative alcune delle misure portanti del ‘Patto per l’Italia’, soprattutto per quel che riguarda il fisco: 5,5 miliardi di euro destinati alla riduzione della tassazione per i redditi medio bassi, con i benefici concentrati in buona parte sui redditi fino a 25mila euro. Nelle intenzioni del Governo, attraverso lo strumento della detassazione, si punta a stimolare la propensione al consumo, con auspicati effetti propulsivi sulla domanda interna.
Fisco. Le misure portanti, per quel che riguarda il fisco, sono contenute negli articoli 2,3, 4,5,6,7,8 e 9 del testo attualmente all’esame della Camera. Il capitolo più rilevante è senza dubbio il ‘primo modulo’ della riforma dell’Irpef: aliquota del 23% fino a 15mila euro; aliquota del 29% da 15 a 29mila euro; aliquota del 31% da 29 a 32.600 euro; aliquota del 39% da 32.600 a 70mila euro; aliquota del 45% oltre i 70mila euro. Ai redditi da pensione compresi entro i 7.500 euro viene concessa la totale esenzione dal pagamento delle imposte. Una delle novità più rilevanti della riforma è la cosiddetta ‘no tax area’. Partendo da una base di 3mila euro per tutti, si stabilisce il livello di esenzione totale fino a un massimo di 7.500 euro per i lavoratori dipendenti, di 7mila euro per i pensionati, e di 4.500 euro per gli autonomi. In virtù di un’apposita ‘clausola di salvaguardia’, nessun contribuente dovrebbe nel 2003 pagare più imposte. Chi si trovasse in questa situazione, potrà optare per la vecchia Irpef. Secondo i calcoli del ministero dell’Economia, gli sconti si concentrano nella fascia di reddito fino a 25mila euro. Saranno coinvolti 23,6 milioni di contribuenti. A questi soggetti è diretto l’84% del totale degli sgravi.
Per quel che riguarda le imprese, dal prossimo 1° gennaio scatterà la riduzione dell’Irpeg dal 36 al 34%. In sede di dibattito parlamentare, il Governo valuterà se vi sono ulteriori spazi finanziari per la riduzione di un altro punto dell’Irpeg, che dunque scenderebbe direttamente al 33% che è l’aliquota-obiettivo indicata dal disegno di legge delega attualmente all’esame del Senato. Via libera anche ai primi interventi di riduzione dell’Irap, con riferimento alla componente costo del lavoro, per un ammontare di circa 500 milioni di euro. Vale la pena di ricordare che, a fronte di tali riduzioni di imposta, il Governo con il cosiddetto decreto taglia Dit e Superdit ha ridotto in modo considerevole i benefici di cui le imprese potevano fruire proprio grazie ai meccanismi agevolativi introdotti nella scorsa legislatura.
Le maggiori entrate (8 miliardi di euro) che il Governo conta di incassare nel 2003 sono affidate a un complesso di misure che vanno dal concordato preventivo triennale al concordato fiscale per gli anni pregressi. Si prevede in particolare che i contribuenti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo, che non denuncino compensi o ricavi oltre i 5 milioni di euro, possano accedere al concordato preventivo, pagando in anticipo una somma prestabilita, mettendosi così al riparo da ogni ulteriore pretesa del fisco per tre anni. Il concordato per gli anni pregressi consente invece di definire i redditi d’impresa e lavoro autonomo per tutte le dichiarazioni presentate entro il 2001, con esclusione di quanti abbiano superato i 10 milioni di reddito annuo. La definizione delle somme da versare (si parte da un minimo di 3mila euro) verrà effettuata dall’Agenzia delle Entrate. I versamenti (fatta salva la possibilità di ricorrere a rateizzazioni per gli importi che superino i 5mila euro) dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2003. In Finanziaria compare anche una norma che consente di adeguare le esistenze di magazzino, pagando un’imposta sostitutiva. Via libera anche alla sanatoria per le liti fiscali pendenti presso le commissioni tributarie, nonché alla riedizione dello ‘scudo fiscale’ per il rientro dei capitali dall’estero, con aliquota al 4%.
Pensioni. Le norme in materia previdenziale inserite nella Finanziaria 2003 riguardano l’estensione del cumulo tra pensione e altri redditi da lavoro, la fusione dell’Inpdai nell’Inps, gli stanziamenti in favore dei lavoratori esposti all’amianto. Non compare dunque nel testo l’estensione della platea dei beneficiari degli aumenti a 516 euro mensili, di cui si era discusso nel corso della preparazione della manovra. Le nuove disposizioni in materia di cumulo entreranno in vigore il 1° gennaio 2003. Ne potranno fruire tutti i soggetti con 37 anni di anzianità contributiva e 58 anni di età anagrafica. Evidente l’intento del Governo, che punta in questo modo a favorire l’innalzamento di fatto dell’età pensionabile, tentando al tempo stesso di far emergere il lavoro nero. Le nuove eventuali misure di cui si è discusso nelle scorse settimane, quali ad esempio gli ulteriori incentivi per favorire la permanenza al lavoro e l’estensione erga omnes del metodo contributivo, sono rinviati alla discussione parlamentare sulla delega in materia previdenziale. Il ministro Roberto Maroni ha invece escluso che siano previsti anche dei disincentivi per chi preferisca continuare a lavorare.
Dal 2003 l’Inpdai, l’ente previdenziale dei dirigenti di azienda, confluirà nel Fondo lavoratori dipendenti dell’Inps, con una gestione contabile separata. Il regime pensionistico sarà uniformato al Fondo Inps. Per agevolare la fusione sarà attivato un Comitato ad hoc del quale faranno parte quattro dirigenti generali dell’Inpdai e altrettanti dell’Inps. La Finanziaria autorizza altresì il trasferimento all’Inps di 640 milioni di euro nel 2003, 550 nel 2004 e 658 nel 2005 per i ‘benefici’ previdenziali da garantire ai lavoratori esposti all’amianto. Si dovrebbe in tal modo chiudere la lunga ‘vertenza’ che dura da diversi mesi.
Per il 2003 lo Stato complessivamente garantirà agli enti previdenziali pubblici oltre 18.200 milioni di euro. Di questi 426,75 milioni andranno in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps, delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell’ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo (Enpals). La Finanziaria prevede altresì la destinazione di altri 105,84 milioni al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle gestioni di commercianti e artigiani dell’Inps. E’ prevista poi la trasformazione del Fondo nazionale per la spesa sociale, prima ripartito per settori d’intervento, in un Fondo indistinto per assicurare maggiore flessibilità agli interventi delle Regioni. Al nuovo Fondo verrà destinata una dotazione finanziaria di circa 1,6 miliardi. Alla riforma degli ammortizzatori sociali saranno garantiti 700milioni di euro.
Rinnovi contrattuali. L’articolo 20 della Finanziaria incrementa le risorse per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego. In particolare si tratta di 570 milioni di euro da destinare anche ‘all’incentivazione della produttività’. Le risorse destinate alle retribuzioni del personale statale ‘in regime di diritto pubblico’ sono incrementate dal 2003 di 208 milioni di euro, 185 dei quali destinati a incentivare la produttività del personale delle Forze Armate e dei Corpi di polizia. Nel definire i nuovi oneri per i contratti pubblici, il Governo ha tenuto conto dell’aggiornamento del tasso di inflazione programmata per il 2003 (l’1,4%, contro l’1,3% del Dpef), e dell’impegno assunto negli accordi con i sindacati del 4 e 6 febbraio 2002 che – come segnala la relazione che illustra l’articolo 20 – ha comportato per il biennio 2002-2003 un beneficio aggiuntivo a regime pari allo 0,9% delle retribuzioni medie del 2001.
Il personale. Quanto agli organici (art.21, commi 1 e 2), le dotazioni non potranno superare il numero dei posti in vigore alla data del 29 settembre 2002, così da garantire il rispetto del principio dell’invarianza della spesa.
Le amministrazioni pubbliche non potranno procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, con l’eccezione delle assunzioni di personale relative a figure professionali ‘non fungibili’, la cui consistenza organica ‘non sia superiore all’unità, nonché quelle relative alle categorie protette’. Per le Forze armate, i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono fatte salve le assunzioni autorizzate per il 2002 sulla base dei piani annuali e non ancora effettuate. L’unica deroga al blocco riguarda ‘effettive, motivate e indilazionabili esigenze di servizio e previo esperimento delle procedure di mobilità’. In questo caso le amministrazioni dello Stato anche a ordinamento autonomo, le agenzie, gli enti pubblici non economici, le università e gli enti di ricerca potranno assumere personale per una spesa annua lorda a regime di 200 milioni di euro.
Il blocco in ogni caso non si applicherà alle Forze armate, ai Corpi di polizia, al personale della carriera diplomatica, ai magistrati ordinari, amministrativi e contabili, agli avvocati e procuratori dello Stato nonché al comparto scuola. Per ciascuno degli anni 2004 e 2005, le Amministrazioni dello Stato anche a ordinamento autonomo, le Agenzie e gli Enti pubblici non economici con organico superiore a 200 unità sono tenuti a realizzare una riduzione del personale non inferiore all’1 per cento rispetto a quello in servizio al 31 dicembre 2003.
Quanto alla scuola (art.22), le cattedre costituite con orario inferiore a quello obbligatorio d’insegnamento dei docenti sono ricondotte a 18 ore settimanali (comma 1), anche mediante l’individuazione di moduli organizzativi diversi da quelli previsti dai decreti costitutivi delle cattedre, ‘salvaguardando l’unitarietà d’insegnamento di ciascuna disciplina’. Saranno poi fissati i criteri e i parametri per le dotazioni organiche dei collaboratori scolastici, così da ridurre nel triennio 2003/2005 del 6% la consistenza numerica della dotazione organica determinata per l’anno scolastico 2002/2003. Per ciascuno degli anni considerati, la riduzione non deve essere inferiore al 2 per cento.
L’attivazione di posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni è autorizzata dal dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale nell’ambito di un contingente di posti assegnato con successivo decreto. Il comma 8 prevede, per le istituzioni scolastiche, la possibilità di affidare in appalto i servizi di pulizia dei locali, previa riduzione del personale ausiliario adibito a tale funzione.
Gli stanziamenti. Lo stato di previsione del ministero del Lavoro per il 2003 (Tabella 4) prevede spese per complessivi 60.017,2 milioni di euro, di cui 58.604,6 milioni per la parte corrente e 1.412,6 milioni in conto capitale. In rapporto alla spesa complessiva dello Stato, gli stanziamenti del ministero del Lavoro e delle politiche sociali rappresentano il 13,6% del totale.
La spesa per il settore della protezione sociale (Funzione-obiettivo n.10) ammonta a 72.208 milioni di euro (il 10,9% del totale). La tabella D della Finanziaria stanzia 38 milioni per il fondo per l’occupazione (2003).