Si è aperta la stagione dei rinnovi contrattuali e i primi a partire sono stati gli alimentaristi con una piattaforma unitaria.
Augusto Cianfoni, segretario generale della Fai Cisl, qual è il suo giudizio?
La piattaforma unitaria degli alimentaristi arriva contemporaneamente all’accordo sulla riforma dei contratti del 22 gennaio. Per questo il lavoro non è stato facilissimo, trovandoci a formulare le richieste con la Flai Cgil. Siamo arrivati comunque a un buon risultato in linea con le nuove regole introdotte dalla riforma dei contratti, nello specifico su durata triennale, futura decorrenza dall’1 giugno, bilateralità, nuovo impulso dato alla contrattazione di secondo livello, tutti elementi che stanno nel nuovo codice etico delle relazioni sindacali.
E sulla parte salariale?
La richiesta di un aumento di 173,00 euro è stata giudicata esuberante da Federalimentare. Effettivamente si discosta dal nuovo modello contrattuale perché non potevamo fare riferimento al tasso d’inflazione programmato e la tradizione dell’industria alimentare è sempre stata quella di valori di qualche punto superiore ai parametri d’inflazione programmata.
Cambierete la richiesta?
No, però non pensiamo di inchiodarci a una proposta, ne discuteremo, anche perché ci sono altre componenti della piattaforma molto importanti.
Quali?
Innanzitutto chiediamo l’istituzione di un fondo sanitario integrativo per tutta la categoria. È una richiesta congrua perché il settore è anticiclico, negli ultimi anni ha guadagnato bene e ottenuto risultati positivi, grazie soprattutto alle esportazioni. Ci sono le condizioni per trovare un accordo.
Se ci fosse una scala di valori tra le richieste, metterei sullo stesso piano salario, fondo sanitario integrativo, contrattazione articolata sul territorio. Infatti oggi il 70% dei lavoratori alimentaristi è senza contratto di secondo livello e se non ci fosse stato l’accordo del 22 gennaio sarei stato dubbioso della possibilità di sviluppo della contrattazione territoriale anche nell’industria alimentare.
Cosa ne pensa della proposta del ministro Sacconi di legare i salari alla produttività?
Un sindacato responsabile non può che accettarla. C’è un bisogno urgente di crescere in produttività e di legare la dinamica salariale a questa crescita, soprattutto in una situazione difficile come quella attuale caratterizzata da bassi salari.
26 maggio 2009
Francesca Romana Nesci